"Caratteristiche: Cassa di risonanza: Abete rosso bianco Tastiera: Jacaranda Tipo di legno: Naranjillo Foro per l'audio: Rotondo Corde: Nylon Perni di accordatura: Metallici Ponte: Jacaranda boliviano e tasti in osso Caratteristiche generali: Un pezzo realizzato Nbr. 36 centimetri. Scala Accordatura: il charango ha cinque coppie (o corsi) di archi, tipicamente accordati GCEAE. Questa accordatura, a prescindere dalle ottave, è simile alla tipica accordatura in Do dell'ukulele o del cuatro venezuelano, con l'aggiunta di un secondo corso di E. A differenza della maggior parte degli altri strumenti a corda, tutte e dieci le corde sono accordate all'interno di un'ottava. I cinque corsi sono così articolati (dal 5° al 1° corso): gg cc eE aa ee. Alcuni charanguistas usano stringhe "ottave" su altre coppie oltre al corso medio. Nota che il tono più basso è la prima corda "E" nel corso medio, seguita dal corso "g", poi il corso "a", poi il "do" e infine le corde "mi". Questo schema di accordatura è noto come schema rientrante perché le altezze delle corde non salgono costantemente da una corda o un corso all'altro.
Misure: Lunghezza: 66 cm. (25,98") Larghezza: 18 cm. (7,08").
Ci sono molte storie su come è stato realizzato il charango con la sua minuscola e caratteristica cassa armonica di armadillo. Una storia dice che ai musicisti nativi piaceva il suono prodotto dalla vihuela (un antenato della chitarra classica), ma mancava della tecnologia per modellare il legno in quel modo. Un'altra storia dice che gli spagnoli proibivano ai nativi di praticare la loro musica ancestrale e che il charango era un tentativo (riuscito) di realizzare un liuto che potesse essere facilmente nascosto sotto un indumento. Si ritiene che il charango abbia avuto origine nelle Ande del XVIII secolo da qualche parte nell'odierna Potosí, in Bolivia, probabilmente dal contatto amerindi con i coloni spagnoli."
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